1 ottobre 2014

LA CHIUSURA DELLA RSA DI VIBO

Leggo questa mattina, sulla stampa locale, l’accorata lettera di una signora contraria al trasferimento della RSA da Via Moderata Durant di Vibo a Soriano.
Non mi piacciono le polemiche, sempre sterili e portatrici di strascichi di ogni tipo, ma ritengo che sia opportuno e corretto chiarire a tutti i cittadini come stanno effettivamente le cose.
Tale trasferimento “di completamento”, iniziato dal precedente Commissario, al di là delle motivazioni programmatiche delle Leggi e dei regolamenti (DPGR 18/2010 e seguenti) che impongono (non consigliano) il far confluire tale struttura a Soriano, in un plesso oggi ristrutturato e funzionale, con aree verdi, a pochissimi chilometri dal capoluogo provinciale, sconta oramai un processo mediatico, assolutamente interessato, da parte di alcuni che, per una motivazione o l’altra, cercano di ostacolare tale processo riorganizzativo, ed influenzare l’opinione pubblica sui temi dell’umanità, della opportunità, della sensibilità. Ma questi temi, tutti assai nobili, celano però gli interessi di alcuni operatori, che magari vedono modificarsi la sede di lavoro, o delle famiglie degli che sostengono di essere in difficoltà per percorrere pochi chilometri, o di qualche politico che, in modo campanilistico, urla la spoliazione ed il depauperamento della città di Vibo.
Forse è necessario ricordare a tutti che la sanità calabrese è commissariata da ben quattro anni, che il blocco del turnover del personale non consente più di rinviare certi accorpamenti organizzativi, pena il completo decadimento dei servizi. Non a caso la RSA di Vibo viene accorpata alla struttura “captv” di Soriano: solo così sarà possibile continuare a dare servizi di assistenza di qualità, in un luogo adatto, senza il rischio a cui sarebbero sottoposti gli anziani in carenza di risorse umane. La ristrutturazione di alcuni plessi ospedalieri e la loro riconversione in servizi sanitari dedicati agli anziani, adeguati alle esigenze del territorio, deve essere interpretata dai cittadini come un impegno serio e di garanzia per l’intera comunità, non già per il singolo cittadino che ritiene ovvio pretendere che un servizio pubblico sia prestato non già dove sia possibile massificare le risorse, ma dove, un pò egoisticamente, sia più comodo per se stessi.
Questo oggi non è più possibile ed è necessario che ce ne facciamo tutti una ragione: operatori, cittadini, amministratori e politici.
Per il bene di tutti!